Quella delle dipendenza amorosa è una tematica nella quale prima o poi ogni “ragazza” incappa. I modi in cui se ne può rimanere invischiate sono parecchi e riconducibili 2 “archetipi”:
ricorrere lo “sfuggente”,
io ti salverò (o cambierò)
Nelle ultime settimane mi sono ritrovata ad ascoltare storie e racconti di donne fantastiche, bellissime, intelligenti, talentuose, forti, bravissime sul lavoro, mamme single coraggiose, donne tramutate in “piccole fiammiferaie” insicure da rapporti amorosi non sani. Ed allora, ascoltando racconti diversi ho realizzato che avevano tutte lo stesso comun denominatore: rincorrere un uomo che sfugge o il desiderio di cambiare la natura dell’uomo che avevano di fronte. Io stessa in passato mi sono ritrovata nella parte della “mendicante”. Mendicante di chiarezza, di impegno, di pazienza, di condivisione, sicura però che l’uomo “inaccessibile” del momento fosse l’uomo dei sogni, l’unico per cui valeva la pena di esistere, l’amore della mia vita. E mentre prestavo il fianco a questo gioco, passatemi il termine, perverso, non mi accorgevo che l’unica a stare male ero io. Sì perché mentre in attesa di un cenno, di una telefonata, un’uscita, una conferma, mettevo tutto in stan-by: i miei interessi, le mie amiche, la mia famiglia, la mia vita insomma, “lui” continuava tranquillo con la sua vita. Perché reagiamo così? Cos’è che spinge una bellissima a vedersi brutta? Cos’è che fa sì che una donna intelligente e affascinante arrivi a dire “sono tutta sbagliata” se l’uomo che prima promette mari e monti si dissolve poi come la nebbia a mezzogiorno? Perché spesso abbiamo una visione così distorta di noi stesse?
Forse è difficile da ammettere ma se continuiamo, in modo addirittura seriale, ad imbatterci in uomini che non ci danno quello di cui abbiamo bisogno e che ci meritiamo, la causa va ricercata solo in noi stesse. La nostra mancanza di autostima e fiducia di sé è il vero nemico che dobbiamo combattere. Prenderne atto, ammetterlo è il “lavoro sporco” che dobbiamo fare. Sì, perché per la meno fortunate che non dispongono di questo tesoro che è la fiducia in se, si tratta di lavorare con impegno e dedizione per accrescere la valutazione che si ha di sé.
La fiducia in se stessi, e la stima di sé, sono cose che si imparano, si raggiungono con l’allenamento – alle volte duro – e una volta acquisite ci possono dare tanti benefici e il rapporto che abbiamo sempre desiderato. Queste tematiche, questo allenamento, può essere svolto e sviluppato con un percorso di coaching, sempre partendo da un lavoro svolto su sé stessi, e ricordando soprattutto che l’unico soggetto su sui possiamo agire in maniera efficace siamo noi.
Un esempio? Ritagliati 30 minuti in cui sai che non verrai disturbata, prepara la tua bevanda preferita, thè al limone e zenzero, tisana con bacche di cannella, un cappuccino, stacca il telefono, accendi una candela e brucia la tua essenza o incenso preferito. Prova poi a scrivere 10 cose davvero buone di te, in campo fisico e caratteriale.
E’ solo l’inizio per cominciare a prendere confidenza con una parte profonda di te, per cominciare a familiarizzare con il contatto con la parte nascosta di te, il resto del lavoro lo possiamo continuare insieme in privato, se vuoi raccontarmi le tue impressioni o farmi sapere come è andata o come continuare, puoi scrivermi qui slongoni2001@yahoo.it.
N.B. per chi non conoscesse S&TC per zsa-zsa-zou si intende quella sensazione di farfalle nella pancia che si prova ogni volta che incontriamo o stiamo per incontrare il ragazzo che ci piace.